Facciamo emergere il nostro profilo attraverso sei prerogative personali
- Francesco Petrarolo
- 20 ago 2017
- Tempo di lettura: 5 min

Nei diversi momenti della nostra vita è utile valutare e confrontare il rapporto che esiste tra sei peculiarità personali: intelligenza, razionalità, emozionalità, comunicazione e leadership. questo esercizio è rivolto a coloro che vogliono misurare, nell'attività lavorativa e nella vita sociale, l'indice delle proprie attitudini.
Nel corso della nostra vita, quotidianamente, instauriamo relazioni personali con i nostri colleghi di lavoro, superiori, sottoposti, con i componenti del nostro nucleo familiare, con gli amici, nella metropolitana o quando acquistiamo il giornale all'edicola.
Ogni volta che iniziamo un rapporto, che definiamo transazione, mettiamo in mostra tutte le nostre personali prerogative, che calibriamo, con volontà o meno, in maniera diversa a seconda degli interlocutori.
Se incontriamo una persona che ci interessa siamo più comunicativi, socievoli, a volte teneri, se un collega è antipatico siamo scontrosi, duri; con alcuni siamo più creativi o sognatori, con altri più austeri, razionali, antipatici;


A volte siamo più dominanti, altre volte subiamo la leadership di altri. Ciò non significa che siamo delle banderuole condizionate da un vento che continuamente si sposta di direzione, ma il nostro carattere, il nostro modo d'essere, sebbene definito e sostanzialmente coerente, mostra modularità diverse a seconda delle transazioni che intraprendiamo.
Non sempre è necessario iniziare un dialogo per mostrare il nostro carattere, a volte è l'atteggiamento, la postura, l'espressione del viso, il modo con cui ci muoviamo che mostrano alcune nostre peculiarità.
Nei diversi momenti della nostra vita, quotidianamente, instauriamo relazioni personali con i nostri colleghi di lavoro, superiori,
sottoposti, con i componenti del nostro nucleo familiare, con gli amici, nella metropolitana o quando acquistiamo il giornale all’edicola. Ogni volta che iniziamo un rapporto, che definiamo transazione,
mettiamo in mostra tutte le nostre personali prerogative, che calibriamo, con volontà o meno, in maniera diversa a seconda degli interlocutori. Ciò non significa che siamo delle banderuole condizionate da un vento che continuamente si sposta di direzione, ma il nostro carattere, il nostro modo d’essere, sebbene definito e sostanzialmente coerente, mostra modularità diverse a seconda delle transazioni che intraprendiamo.
Non sempre è necessario iniziare un dialogo per mostrare il nostro carattere, a volte è l’atteggiamento, la postura, l’espressione del viso, il modo con cui ci muoviamo che mostrano alcune nostre peculiarità. Nei diversi momenti della nostra vita, nelle diverse relazioni è utile valutare e confrontare il rapporto che esiste tra sei peculiarità personali che prenderemo in esame: intelligenza, dominanza, razionalità, emozionalità, comunicazione, leadership. Questi aspetti della nostra personalità, del nostro modo d’essere, del nostro carattere, della nostra cultura ci appartengono in quanto nati con noi, appresi nell’ambiente in cui viviamo o abbiamo vissuto, acquisiti nel corso della nostra vita, dalla formazione, dall’esperienza, dagli esempi. Sinteticamente diamo una breve definizione delle sei prerogative prese in esame:
• Intelligenza: facoltà di intendere, pensare, giudicare, fronteggiare situazioni nuove o difficoltà, risolvere problemi, intraprendere attività, ecc.
• Dominanza: capacità di esercitare il potere, il comando su altri, dettare le regole, imporre il proprio volere, affermare la propria supremazia, ecc.
• Razionalità: facoltà di ragionare, utilizzare logicamente il pensiero, calcolare le variabili, controllare le emotività, essere cosciente, ecc.
• Emozionalità: capacità di lasciarsi trasportare dai sentimenti, essere istintivi, esprimere sensazioni, parlare con il cuore, affermare sentimenti, ecc.
• Comunicazione: facoltà di trasmettere ad altri, entrare in sintonia, creare relazioni, scambiare sensazioni, empatizzare, ecc.
• Leadership: capacità di condurre un gruppo, indirizzare e amalgamare i collaboratori, dirigere con sentimento, coagulare energie, guardare lontano, ecc.
Intendiamo misurare, con un’esercitazione che rappresenta un termometro, queste peculiarità personali nella nostra attività lavorativa e sociale, confrontandole tra loro e nel tempo, con l’obiettivo di auto valutare il nostro modo d’essere.

Nel controllo del nostro profilo, sia nell’attività lavorativa che sociale, è opportuno fare alcune considerazioni in quanto nella determinazione delle nostre peculiarità e nella relazione esistente tra esse, riscontriamo che alcune camminano di pari passo: la dominanza e l’intelligenza spesso si affiancano alla razionalità, la comunicazione all’emozionalità, la leadership è sostenuta dalla comunicazione, dall’intelligenza, dall’emozionalità e dalla razionalità; di contro alcune peculiarità sono inversamente proporzionali tra loro: al crescere di una verifichiamo la diminuzione di altre: all’aumento della dominanza e/o della razionalità corrisponde una perdita di emozionalità, più alta è la leadership minore sarà̀ la dominanza.
Nel tempo le nostre prerogative assumono pesi e formulazioni diverse in funzione dei cambiamenti che avvengono nella vita sociale e lavorativa. Diverse sono state le aspettative e le mode, ai diversi climi abbiamo dovuto adattare il nostro modo d’essere. Ai QI (quozienti di intelligenza), che hanno imperversato fino a poco tempo fa e che in alcuni casi resistono ancora, abbiamo sostituito i QE (quozienti emozionali), siamo passati dalla dominanza all’autorevolezza e alla comunicazione; ai rapporti formali abbiamo sostituito quelli più informali (negli anni Ottanta mai avremmo chiamato per nome la nostra segretaria dando e pretendendo il rapporto confidenziale; a volte indossiamo una polo in un consiglio d’amministrazione, non necessariamente camicia e cravatta), dalla contrapposizione sindacale siamo passati alla concertazione, ai manager chiediamo di essere sempre più dei leader; con i nostri figli non ci atteggiamo più a padre-padrone ma cerchiamo di discutere i loro problemi. Le sei prerogative che abbiamo preso in esame non possono essere pensate in termini di positività o negatività in quanto, sia nelle aziende che nella vita sociale, necessita modulare, per quanto possibile, le proprie peculiarità, esaltandone alcune e limitandone altre in funzione degli status in cui è l’azienda o sono i rapporti sociali, in funzione degli obiettivi che vogliamo raggiungere. Non è certamente facile adattarsi alle diverse esigenze che la vita impone, in quanto emerge sempre il nostro carattere più marcato in alcune caratteristiche che non in altre. Le nostre prerogative sono valutate dalle aziende e devono corrispondere alle loro necessità.
In un’azienda, ove le regole sono disattese, ove non ci sono principi di etica consolidata, probabilmente un manager con alta dominanza è preferibile a un manager con alta emozionalità; in un gruppo di lavoro creativo occorre più̀ un leader comunicativo, intelligente e dotato di emozionalità che un manager dominante e razionale; a un temporary manager a cui è affidata la revisione dell’assetto strategico di un’azienda si richiede alta razionalità, leadership, comunicazione e intelligenza, minore emozionalità e dominanza; allenare una squadra di calcio richiede attitudini diverse da quelle necessarie per crescere i figli. Nell’esercitazione che proponiamo, che consigliamo di elaborare sia per l’attività lavorativa che per un aspetto della vita sociale (famiglia, amici, ecc.), abbiamo segnalato, all’interno di ognuna delle peculiarità sopra descritte, verbi, sostantivi, ed esemplificazioni che caratterizzano la personalità individuale. Dopo averle esaminate, segnalate con una crocetta il peso che intendete dare, cercando di essere più oggettivi possibile, rispondendo per come siete e non per come vorreste essere. Riportate i punti realizzati nei sei riquadri relativi alle peculiarità, nello schema (matrice) di sintesi; unendo gli stessi punti determinerete “La curva delle prerogative personali”.
Sovrapponete, ora, le due curve (lavoro, vita sociale) e trarrete spunti significativi di riflessione. A distanza di tempo rifate l’esercitazione per verificare come l’età, i cambiamenti sociali, le esperienze, le vicissitudini, le minacce, ecc., hanno influito sulle vostre prerogative.


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