Analisi transazionale
- Francesco Petrarolo
- 16 set 2017
- Tempo di lettura: 3 min
L’analisi transazionale è il metodo per esaminare la nascita ed il prosieguo di una transazione in cui una persona fa qualcosa ed un’altra reagisce in una qualche maniera. Questo comportamento determina la molteplice natura dialogica o comunque reattiva che si mette in luce.
L’analisi transazionale mette in rapporto 4 possibili atteggiamenti che nascono nel confronto comunicativo:
Io sono ok - tu sei ok
Io sono ok - tu non sei ok
Io non sono ok - tu sei ok
Io non sono ok - tu non sei ok
Inserirsi in uno di questi modelli può essere un approccio mentale voluto e predeterminato per comodità, interesse o può nascere involontariamente dalle circostanze, dall’ambiente, dalle persone con cui si sta intavolando un dialogo, da uno stato d’animo o dalle aspettative più o meno realizzate.
Il collocarsi in uno dei quattro modelli non è definitivo, si può passare da un modello all’altro a volte solo perché varia una delle infinite variabili dell’approccio comunicativo.
Io sono ok - tu sei ok

E’ la speranza, la fiducia, la posta dell’azione, non mi lascio trasportare dalle cose, non assumo un nuovo atteggiamento se il dialogo non è interessante, adotto un nuovo comportamento se i messaggi si distorcono. Io non sono migliore o peggiore di altri.
E’ un atteggiamento ragionato non uno stato d’animo.
L’atteggiamento ok non implica che tu sei ok ecco perché occorre pazienza, perseveranza, fiducia, non si può lasciarsi trascinare da emozioni o reazioni, non si può rispondere per le rime.
I rapporti burrascosi personali o sociali non subiscono miglioramenti immediati ma nel tempo produrranno risultati e gioie.
E’ il futuro, è una continua iniezione di ottimismo, è la speranza del prossimo.
Io sono ok - tu non sei ok

E’ un atteggiamento, si basa sui sentimenti. E’ un bambino a cui sono mancate le carezze, magari è stato anche percosso. Diffida, non stima gli altri, solo io so fare.
Si circonda di tirapiedi che lo lodano ed accarezzano pur sapendo che non sono sinceri. Sa che ha provocato a volte imposte le carezze, le frasi di magnificenza, gli atteggiamenti servili. Più è lodato e più aumenta il disprezzo per loro fino a ripudiarli.
Bisogna inculcare in queste persone i sentimenti di stima, fiducia negli altri; bisogna a volte far notare che non si è soli, che una comunità esige rispetto, dialogo costruttivo, comprensione.
Io non sono ok - tu sei ok

È un atteggiamento, si basa sui sentimenti. È un bambino accarezzato che accumula in se stesso una serie di stati negativi. Ha il senso dell’inferiorità, è privo di mezzi, di esperienze, non sa sfoggiare un’immagine accurata di se stesso, è trasandato.
Non mette in discussione gli altri, è troppo debole per farlo, per opporsi, ribellarsi: è succube. Accetta passivamente i giudizi prima empaticamente con gesti e parole che poi perdurano nel tempo convincendosi, sempre più, dello stato di inferiorità.
I suoi comportamenti tipici sono: scusa, ti chiedo il permesso, che dici se….; richiede avere riconoscimenti o trasformarsi in cattivo spostandosi nel livello di approvazione per ciò che fa, si muove per guadagnare carezze, stima, riconoscimento; supplica, subisce.
Bisogna inculcargli la consapevolezza di se stessi, la fiducia nelle proprie capacità, l’autostima, i traguardi sono raggiungibili, niente è inarrivabile, tu puoi farcela, hai la stoffa, hai visto come sei bravo. Con questi soggetti bisogna prevenire gli atti di stima non attendere che siano gli stessi a chiederli.
Io non sono ok - tu non sei ok

È un atteggiamento, si basa sui sentimenti. Io sono negativo e tutti voi siete negativi.
È un bambino che si muove da solo, ha avuto poche carezze. Ha sbagliato ed è stato punito; gli è stato fatto rilevare ogni piccolo sbaglio. E’ stato punito ed ha ancora più sbagliato, non ha fiducia, è incompreso. Si racchiude in se stesso. Rifiuta gli altri e le loro carezze, pensa che non siano sincere; non tollera niente e nessuno. Gli cade e si fa cadere tutto addosso.
È molto difficile aiutare questi soggetti, che possono arrivare anche al suicidio.
Si può tentare di inculcare loro una duplice azione di stima, fiducia; veder rosa in se e negli interlocutori. E’ un compito arduo e complesso.
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